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Torino : Einaudi, \1996!
Abstract: In una città qualunque, di un Paese qualunque, un automobilista è fermo al semaforo, in attesa del verde, quando si accorge di perdere la vista. All'inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è così. Gli viene diagnosticata una malattia sconosciuta: un mal bianco che avvolge le vittime in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l'inizio di un'epidemia che colpisce progressivamente tutta la città e l'intero Paese. I ciechi vengono rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato. Tra la violenza e la lotta per la sopravvivenza si inserirà la figura di una donna che, con un gesto d'amore, ridarà speranza all'umanità.
5 dicembre 2012 alle 16:06
L'ovunque in cui accade potrebbe essere qui o altrove, poco importa. È terribile, quell'ovunque dove nessuno corrisponde a un nome, rappresenta il nostro ovunque. Il mio, il tuo, quello di tutti.
Vedere la cecità con gli occhi di una donna, la sola sfuggita all'epidemia, ci consente di riflettere. La cecità non è uguale per tutti, ma ognuno sviluppa uno stato di regressione, in qualche caso così grave da ridurre alla brutalità più ignobile.
E chiedersi, chi riconosce la propria cecità può farcela?
E ancora, la cecità ha colpito anche me? Mi colpirà? Mi salverò?
E dirsi che forse il primo antidoto sta nell'imparare a dire "noi" e non soltanto "io".
23 dicembre 2012 alle 17:36
Un libro da leggere, uno dei libri che mi ha colpito di più tra i tanti letti. Colpita da lasciarmi ammutolita .
1 dicembre 2013 alle 18:33
uno dei piu' bei libri letti, lo consiglio
3 dicembre 2013 alle 22:53
Fantastico e' vero..ma anche un po' inquietante!..
21 giugno 2014 alle 00:23
"Cecità" J. Saramago: 7
E se improvvisamente saltasse fuori una terribile forma di cecità che si trasmette rapidissimamente da una persona all'altra con un solo sguardo, il genere umano come reagirebbe?
Avrebbero ragione i buonisti con la riscoperta di nobili valori altruistici o i cinici con l'esacerbarsi dell'egoismo meschinamente umano?
E' un libro davvero molto crudo; Saramago descrive con dovizia di particolari cosa accadrebbe se, nel giro di pochissimo tempo, l'intero genere umano regredisse nelle ombre di una luminosa cecità.
In tutto il libro non si trova neanche un nome proprio, ma solo la descrizione o il mestiere o un segno distintivo dei vari personaggi come se, perdendo la vista, l'uomo perdesse anche il proprio diritto alla civiltà.
L'essere umano è dunque solo questo? E' fatto per metà da indifferenza e per metà da cattiveria?
Riassunto alla pagina http://riassuntiscurrilidimarzia.blogspot.it/2014/06/cecita-j-saramago-7.html
9 dicembre 2015 alle 22:13
Stupendo, grande Saramago, come conosce l'animo umano. L'ho letto tutto d'un fiato. Consiglio vivamente di leggerlo .
8 aprile 2017 alle 08:48
Un'epidemia di cecità e chi eri non ha più importanza. Sei avvolto da un biancore che annulla tutto, persino l'identità. La scelta dell'assenza di nomi contribuisce al senso di straniamento, insieme ad uno stile fluido, in cui mancano le virgolette ai discorsi diretti tra i vari personaggi. Solo una donna resta immune e sarà testimone del degrado in cui pian piano scivola il mondo. Un libro inquietante, potente.
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