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La donna giusta
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Márai, Sándor

La donna giusta

Milano : Adelphi, 2009

Abstract: Un pomeriggio, in una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un'altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c'era stata, e forse c'era ancora, una passione segreta e bruciante, e come da quel momento abbia cercato, invano, di riconquistarlo. Una notte, in un caffè della stessa città, bevendo vino e fumando una sigaretta dopo l'altra, l'uomo che è stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e insieme un veleno mortale, e come, dopo aver lasciato per lei la prima moglie, l'abbia sposata - e poi inesorabilmente perduta. All'alba, in un alberghetto di Roma, sfogliando un album di fotografie, questa stessa donna racconta al suo amante (un batterista ungherese) come lei, la serva venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta. Molti anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista a raccontare a un esule del suo stesso paese l'epilogo di tutta la storia. Al pari delle Braci e di Divorzio a Buda, questo romanzo appartiene al periodo più felice e incandescente dell'opera di Márai, quegli anni Quaranta in cui lo scrittore sembra aver voluto fissare in perfetti cristalli alcuni intrecci di passioni e menzogne, di tradimenti e crudeltà, di rivolte e dedizioni che hanno la capacità di parlare a ogni lettore.

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"...la gioia non la vendono, nemmeno nel reparto vitamine".
Ma la gioia che si prova leggendo perle come "La donna giusta" è un dono che si riceve. Bellissimo libro. Quello che mi ha colpito, al di là della grande capacità narrativa nel descrivere sentimenti come passione, dolore, verità taciute, sono i momenti di riflessione sulla felicità, l'amore, la capacità di essere felici per ciò che si è e si ha. Ecco allora l'incapacità o la paura di amare e farsi amare, il senso di incompletezza nella ricchezza, che obbliga ad avere altro per colmare un vuoto, l'incapacità di essere felici perché la felicità è sempre un passo avanti. Bello bello bello. Da leggere!

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