Trovati 5 documenti.
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Torino : Einaudi, 2020
Abstract: Torna, restaurata filologicamente, l'opera più strana, ma forse per questo tanto affascinante, di Carlo Levi: diario ospedaliero, autobiografia, libro di sogni e riflessioni a 360 gradi. Levi la scrisse nel 1973 in condizione di cecità, quando era in clinica per un doppio intervento alla retina. Per questo si fece fare un quaderno con una griglia metallica che lo aiutava a tenere allineata la scrittura (da cui il titolo). La malattia e la percezione di una fine non lontana lo portavano a ripercorrere ricordi di infanzia che si intrecciano però con i sogni, in una situazione in cui notte e giorno, sonno e veglia, non avevano molte distinzioni. Il libro uscì postumo nel 1979. Ora viene riproposto recuperando alcune parti perdute e l'ordinamento originario d'autore. "Il Quaderno non è un'opera progettata a tavolino, nasce piuttosto da una prassi quotidiana volta a esorcizzare con la luce della scrittura il buio della malattia. Le stesse condizioni materiali in cui versa l'autore orientano più che mai l'opera, a tal punto che in alcuni passaggi le carte manoscritte attestano come egli si sia addormentato scrivendo, così come al contrario altre volte si sia risvegliato e abbia prontamente appuntato un sogno. Il carattere diaristico e quotidiano dell'opera si mescola allo sguardo onirico e interiore a cui lo costringe la cecità. In molti suoi romanzi, Levi intreccia una componente finzionale a eventi della propria biografia, e il risultato di questo impasto ha talvolta ingenerato equivoci circa lo statuto delle sue opere. Anche il Quaderno non si sottrae a tale caratteristica, qui tuttavia i dati concreti sono davvero esigui: l'operazione, il ritorno a casa, una seconda operazione in aprile e il successivo periodo di convalescenza sono parti della cornice entro cui sprofonda l'abnormità del mondo onirico, vero tratto distintivo di questo diario che non deve essere necessariamente letto pagina per pagina, ma che può anche essere attraversato con incursioni trasversali". (dalla prefazione di Riccardo Gasperina Geroni)
Cristo si è fermato a Eboli / Carlo Levi ; con saggi di Italo Calvino e Jean-Paul Sartre
Torino : Einaudi, 2010
Abstract: Eboli - dicono i lucani tra cui Levi fu mandato al confino dal fascismo - e l'ultimo paese di cristiani. Cristiano è uguale a uomo. Nei paesi successivi, i nostri, non si vive da cristiani, ma da animali. Dice Italo Calvino in uno dei due testi che introducono questo volume: La peculiarità di Carlo Levi sta in questo: che egli è il testimone della presenza di un altro tempo all'interno del nostro tempo, è l'ambasciatore d'un altro mondo all'interno del nostro mondo. Possiamo definire questo mondo il mondo che vive fuori della nostra storia di fronte al mondo che vive nella storia. Naturalmente questa è una definizione esterna, è, diciamo, la situazione di partenza dell'opera di Carlo Levi: il protagonista di Cristo si è fermato a Eboli è un uomo impegnato nella storia che viene a trovarsi nel cuore di un Sud stregonesco, magico, e vede che quelle che erano per lui le ragioni in gioco qui non valgono più, sono in gioco altre ragioni, altre opposizioni nello stesso tempo più complesse e più elementari.
Cristo si è fermato a Eboli / Carlo Levi ; con saggi di Italo Calvino e Jean Paul Sartre
19 ed
Torino : Einaudi, 2007
Abstract: E' la cronaca, trasfigurata in senso lirico e meditativo, di un soggiorno coatto in Lucania, cui l'autore fu costretto negli anni 1935-1936, perché militante di Giustizia e Libertà e condannato per attività antifascista.
Cristo si e fermato a Eboli / Carlo Levi ; con saggi di Italo Calvino e Jean-Paul Sartre
18 ed
Torino : Einaudi, 2006
Abstract: E' la cronaca, trasfigurata in senso lirico e meditativo, di un soggiorno coatto in Lucania, cui l'autore fu costretto negli anni 1935-1936, perché militante di Giustizia e Libertà e condannato per attività antifascista.
Cristo si è fermato a Eboli / Carlo Levi ; con saggi di Italo Calvino e Jean-Paul Sartre
Torino : Einaudi, c1990
Abstract: E' la cronaca, trasfigurata in senso lirico e meditativo, di un soggiorno coatto in Lucania, cui l'autore fu costretto negli anni 1935-1936, perché militante di Giustizia e Libertà e condannato per attività antifascista.