La notte del Getsemani
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Materiale linguistico moderno

Recalcati, Massimo

La notte del Getsemani

Abstract: Secondo il racconto dei Vangeli, Gesù, dopo l'Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l'orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesù ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell'esperienza straziante del tradimento e dell'abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il più fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c'è Dio, ma solo l'uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesù: aver trascinato Dio verso l'uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua più radicale inermità. In primo piano c'è l'esperienza dell'abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell'uomo.


Titolo e contributi: La notte del Getsemani / Massimo Recalcati

Pubblicazione: Torino : Einaudi, 2019

Descrizione fisica: IX, 84 p. ; 23 cm

ISBN: 9788806240103

Data:2019

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Nomi:

Soggetti:

Classi: 232.96 Teologia dogmatica cristiana. Passione e morte di Gesù (22)

Luoghi: Torino (IT)

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2019
Testi (105)
  • Genere: saggi

Sono presenti 7 copie, di cui 1 in prestito.

Biblioteca Collocazione Inventario Stato Prestabilità Rientra
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Recalcati commenta passi di Vangeli come se parlasse di eventi reali e considerando attendibile ciò che è stato tramandato dalla Chiesa, senza metterlo in dubbio e senza sottoporre ad esame razionale possibili incongruenze. I versetti sull'agonia di Gesù al Getsemani e gocce di sangue nel sudore sono considerati da vari studiosi come aggiunte apportate nel II e III secolo per contrastare "eresie" su un Gesù solo divino.
Nei Vangeli canonici Gesù è presentato come qualcuno che conoscesse il futuro e perciò avrebbe saputo che dopo alcune ore di sofferenza avrebbe trascorso l'eternità in Paradiso. Anche postulando che fosse un uomo, non sarebbe stato un uomo qualsiasi che potesse dubitare dell'esistenza di Dio. Secondo la dottrina di quasi tutte le denominazioni cristiane Gesù è anche Dio: stava quindi pregando una Persona di Se stesso? Essendo Gesù Dio e uomo conosceva il proprio futuro di Resurrezione e ascensione in Cielo. La sua condizione sarebbe stata molto meno drammatica di quella di varie persone che in epoche diverse sono state torturate, sapevano che quasi sicuramente sarebbero state uccise e non credevano in una vita ultraterrena o ne dubitavano. Il dramma di Gesù, divino Figlio di Dio sarebbe stato quello di soffrire qualche ora prima e durante la crocefissione? Temeva il dolore fisico pur sapendo che sarebbe stata una breve parentesi in un'eternità di beatitudine? Gesù sperimentava il silenzio di Dio dopo una preghiera? Ma da cosa lo ricava Recalcati? Dio Padre cosa avrebbe dovuto rispondergli? Non c'era un piano di salvezza, espiazione e risurrezione approvato fin dal principio da Gesù, Figlio della Trinità divina? Recalcati potrebbe immaginare che Gesù non conoscesse il futuro, ci siano state aggiunte non veritiere nei testi dei Vangeli canonici, e Gesù avesse sperimentato il crollo delle illusioni e l'inesistenza o l'indifferenza di Dio. Ma la prospettiva di Recalcati sembra implicitamente quella di una qualche forma di fede cristiana, un approccio emozionale e con aggiunte di fantasia personale alla narrazione tradizionale della Chiesa ellenizzata e cattolica.
Si può leggere "Processo e morte di Gesù : un punto di vista ebraico" di Chaim Cohn e "Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli "di Bart D. Ehrman.

profondo ed intenso; da leggere e meditare.

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